Persone non vedenti, quali strumenti per l’emergenza?

L'esperienza dei Vigili del Fuoco

Nelle indicazioni che noi diamo nella gestione del soccorso c’è quella che in queste situazioni bisogna sfruttare la risorsa residua rispetto a quella persa” spiega Stefano Zanut, referente dell’osservatorio sulla sicurezza e il soccorso alle persone con esigenze speciali e vice direttore dei Vigili del Fuoco di Pordenone. E allora a una persona con disabilità visiva si parla, ci si avvicina e ci si presenta come soccorritore e si spiega la situazione per mettersi in relazione con lei. Oltre a questo la persona con disabilità visiva che usa il bastone per l’orientamento o il cane guida, in condizioni di emergenza potrebbe perdere la cognizione dello spazio e dei luoghi. “Ad esempio, prendiamo il caso dei terremoti e della caduta di calcinacci. In questa situazione la persona perderebbe l’orientamento, col bastone inizierebbe a toccare le pietre e non riuscirebbe più a muoversi perchè la nuova situazione ambientale crea anche possibilità di inciampo e di caduta” continua Zanut. A questo punto il soccorritore deve essere in grado di accompagnare la persona sapendola guidare verso un luogo sicuro. “Tra le indicazioni che diamo c’è anche quella che la persona cieca sa farsi guidare, per cui prenderà il gomito del soccorritore e si metterà un po’ dietro di lui e che il soccorritore si muoverà dichiarando quello che fa: “giriamo a destra”, “facciamo delle scale”, dichiarando gli impedimenti. La persona cieca si conformerà ad essi” spiega Zanut. Per cui la persona ti afferrerà sul gomito e non ci sarà bisogno di tirarla per le mani perché sarà la persona che conformerà la sua posizione di equilibrio a te. Altrimenti se si tira la persona questa perde l’equilibrio e non riesce a governare il corpo. “Un’altra cosa che diciamo ai soccorritori è che sarà la persona stessa, abituata a muoversi al buio, a governare il movimento, molte volte pensiamo di essere noi a governarlo, ma in realtà è la persona cieca che guida e che usa te come elemento di orientamento. Questo è un aspetto importante: garantire che la persona mantenga il suo senso di equilibrio è il modo per arrivare in un posto sicuro” prosegue Zanut. L’altro aspetto riguarda i cani guida. L’indicazione in questo caso è che bisogna legare al guinzaglio il cane, non prendere la guida, dando così il messaggio all’animale che non tocca a lui guidare la persona non vedente

La persona cieca in emergenza

Il tema delle persone con disabilità alla vista è quello dell’orientamento. Nei luoghi pubblici si trova ad esempio il sistema Loges, una pavimentazione speciale, che aiuta i non vedenti con il bastone che si trova in città quando non ci sono altri riferimenti per l’orientamento. Questo sistema di orientamento a pavimento, che ha una sua grammatica, si usa per esempio in piazze e nelle stazioni. “Ma in emergenza queste modalità scompaiono, quando bisogna scappare nella fretta, magari dimentichi il bastone e diventa un problema. Ad esempio se dopo una scossa di terremoto i soccorsi dicessero di allontanarsi dai muri, una persona cieca avrebbe molto difficoltà a farlo, per cui se c’è un accompagnatore, bene, ma in altre circostanze, se fosse solo, sarebbe un problema. Quindi anche qui bisogna aver accortezza dell’informazione che si dà: bisogna tener conto che qualcuno dovrà avvicinarsi a muri e finestre. Per cui bisogna costruire un sistema di soccorso idoneo a garantire che la persona non vedente possa da una parte rispondere in autonomia e quindi potersi muovere anche in condizioni critiche, dall’altra essere aiutata da persone che sappiano come si accompagna una persona cieca e si entra in relazione con lei” spiega il vice-direttore dei Vigili del Fuoco di Pordenone. Al momento non esiste un programma di formazione per persone cieche a livello nazionale. Però esiste nel campo del lavoro il decreto legislativo 81/08, la norma di sicurezza negli ambienti di lavoro, che afferma in modo esplicito che il luogo di lavoro va progettato anche tenendo conto delle persone con disabilità. Per cui se in ambiente di lavoro c’è una persona cieca bisognerà da una parte progettare l’ufficio in funzione delle sue necessità, dall’altra elaborare un piano di emergenza che riguardi anche la persona cieca. Inoltre i suoi colleghi lavoratori dovranno essere formati su come ci si comporta con lei. “Nel caso del non vedente la segnalazione di emergenza in ufficio sarà ad esempio un segnale acustico. Questo vale anche per la scuola, per i supermercati, tutti i luoghi in cui una persona può accedere. Tutti questi luoghi devono avere piani di emergenza che considerino la specificità di ogni persona” specifica Zanut.

I Vigili del Fuoco sono presenti ogni anno a Barcis (PN), una piccola località, insieme all'associazione Aniomap, associazione dei formatori sulle tecniche di orientamento, che aiutano la persona cieca a usare il bastone e il cane guida. Qui i non vedenti trascorrono delle settimane in estate durante le quali vengono accompagnate in percorsi montani. "Ogni anno noi mandiamo una squadra di Vigili del Fuoco per metterle in relazione con le persone che hanno queste necessità. Teniamo dei corsi sulle emergenze ma allo stesso tempo impariamo anche noi qualcosa sui non vedenti" dice Zanut. "Abbiamo fatto prove di accompagnamento, formato i vigili in questa attività. Dopo aver partecipato alle esercitazioni i vigili del fuoco hanno detto che sentivano che non erano loro a guidare ma le persone cieche. Anche questo è importante perchè si ha sempre una visione vittimistica del soccorso, del tipo: "Io vengo e ti salvo" in realtà le persone che vivono tutti i giorni la loro disabilità si mettono in relazione col mondo e trovano anche degli escamotage per vivere meglio, nell'emergenza queste condizioni emergono" conclude Zanut. L'ultima esercitazione fatta in ordine di tempo risale al 17 febbraio scorso a Messina. In essa “abbiamo ipotizzato un incendio a bordo di un traghetto della tratta tra Reggio Calabria e Messina, con la necessità di evacuare le persone. L'ipotesi era che la nave attraccasse al porto e che tra le persone ce ne fossero due in sedia a rotelle e una cieca. La persona non vedente è stata accompagnata dagli operatori e quando è arrivata alle scale del piano imbarco il soccorritore si è messo davanti alla persona cieca che con una mano ha tenuto il corrimano e con l'altra si è appoggiata alla schiena dell'operatore” racconta il Vigili del Fuoco. In questo modo si garantisce il contatto fisico con i soccorritori e con il corrimano per mantenere l'orientamento della persona cieca. Le esercitazioni poi sono state limitate dal covid, la prima indicazione infatti in pandemia era quella della distanza. “Quando usciremo da questa emergenza riprenderemo a farle e saranno aperte a tutte le disabilità. In particolare sono in corso i contatti con alcune strutture in cui sono presenti persone con disabilità visiva per realizzare nuove esercitazioni” conclude Zanut. Infine il prossimo appuntamento per parlare di disabilità ed emergenza sarà a Taormina il 30 marzo con un incontro dal titolo: “Ripartiamo dalla sicurezza inclusiva: esperienze a confronto”, organizzata da Vigili del Fuoco e Comune di Taormina.

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