Il cane guida

Definizione di cane guida

Fornire una definizione di che cosa sia un “cane-guida” potenzialmente risulta qualcosa di ovvio: è chiara infatti nella mente di ognuno, specie che abbia maturato conoscenza ed esperienza personale nell’ambito delle disabilità visive, l’immagine di un cane con la caratteristica bardatura con manico rigido crociata di rosso che precede e accompagna una persona non vedente dietro di sé; ad ogni modo, si sa, le definizioni sono importanti nell’ambito dell’inquadramento degli argomenti e pertanto anche in questa sede è necessario fornirne una. Definiamo quindi “cane-guida” quel cane che opportunamente addestrato viene fornito alla persona non vedente nell’intento specifico di favorire quest’ultimo grazie al raggiungimento di una maggiore autonomia, principalmente sotto l’aspetto della mobilità, e quindi un miglioramento della qualità di vita.

Cenni storici

In letteratura vengono presentati molti esempi di rappresentazioni di varia natura in cui compaiono persone non vedenti guidate da cani: addirittura nell’antica preistoria, nell’età paleolitica, questo genere di abbinamento veniva praticato (è a quell’epoca infatti che sembra risalire la raffigurazione pittorica trovata in una grotta in cui una figura umana viene “guidata” da un cane) così come in epoca romana, lo testimoniano raffigurazioni rinvenute in una villa romana di Pompei, così come, infine, nella Cina del tredicesimo secolo (dipinti raffiguranti persone non vedenti guidate da cani non sono rari in quel periodo).

Verso la fine del diciottesimo  secolo si verificarono svariati tentativi di formare cani guida per persone non vedenti e tali tentativi furono intrapresi principalmente da persone non vedenti che addestrarono autonomamente i propri cani.
Le prime testimonianze del fenomeno in letteratura risalgono al 1813 anno di pubblicazione da parte dell’oculista viennese Behr di un libro, dal significativo titolo “das auge” -l’occhio-, all’interno del quale l’autore racconta di un istituto per non vedenti di Parigi in cui gli utenti erano soliti essere guidati per le strade della città da cani addestrati.
La prima testimonianza di auto addestramento dell’epoca riferita è quella effettuata da un giovane viennese, Josef Reisinger rimasto cieco all’età di venti anni, su un volpino che gli era stato donato per compagnia; dopo un addestramento durato circa un anno, peraltro molto severo e che non prevedeva rinforzi positivi (biscottini o coccole nel caso di un compito svolto bene), l’attività di aiuto svolta dal cane, che consisteva nel camminare davanti al suo padrone, nel segnalare e superare gli ostacoli e nell’avvisare dell’avvicinarsi a una scala, era talmente efficace che lo stesso Reisinger venne sospettato di dissimulare la cecità.
Nel 1819 Johann Wilhelm Klein, che nell’intera sua vita si è dedicato allo studio e all’applicazione di pratiche utili all’autonomia delle persone non vedenti (viene ricordato anche per l’ideazione di una delle prime tavolette per scrittura per persone non vedenti), aveva teorizzato nei suoi scritti la possibilità di addestrare i cani per una scuola per persone non vedenti da abbinare ai ragazzi dell’istituto nelle occasioni di uscite o gite fuori porta; aveva fatto inoltre esplicito accenno ad alcune “accuratezze” che tutt’oggi rientrano nelle pratiche più comunemente usate, come per esempio la considerazione che un bastone al posto del guinzaglio permetta una maggior immediatezza nell’accorgersi dello spostamento effettuato dal cane (la barra rigida che va dalla bardatura del cane guida alla mano del suo padrone viene usata ancora oggi), nonché quella in base alla quale per una maggiore armonia tra il cane e la persona non vedente risulta indicato che sia principalmente, se non proprio in maniera esclusiva, la persona non vedente ad accudire il cane, a dargli da mangiare e simili, e non altri.
Esistono poi altre testimonianze del periodo di auto addestramento all’accompagnamento di cani da parte di persone non vedenti.
A tutti gli effetti l’evento storico che rappresenta la tappa evolutiva più significativa nello sviluppo del fenomeno del cane guida per persone non vedenti è la grande guerra, la prima guerra mondiale.
È  proprio per far fronte alle difficoltà in cui i tanti reduci che avevano perso la vista in guerra si vennero a trovare che si assiste al fenomeno di “fornitura” da parte dello stato, in questo caso la Germania, di quell’unico strumento di mobilità all’epoca disponibile; è per riparare ai danni della guerra, quindi, che si passa dalle esperienze di addestramento auto prodotte da non vedenti sui propri cani al vero e proprio abbinamento di una cane precedentemente addestrato a una persona non vedente da parte di un’istituzione pubblica.
È  nell’ambito di questa iniziativa che si assiste per la prima volta nella storia, nell’ottobre 1916, all’assegnamento di un cane guida per ciechi, sistematicamente formato in una scuola per cani guida, a un cittadino, in questo caso un reduce cieco di guerra.
A partire dagli anni venti del ventesimo secolo nella Germania dell’epoca furono istituite due grandi scuole per cani guida: la scuola di Oldenburg e la scuola di Potsdam.
entrambe le scuole fornirono complessivamente in circa venti anni non meno di cinquemilacinquecento cani guida per persone non vedenti; solo dall’anno 1922 i cani guida vennero forniti anche ai non vedenti che si trovavano in questa condizione indipendentemente dalla guerra, che non erano cioè reduci di guerra, i primi indiscussi destinatari dei cani guida.

Negli primi venti anni del ventesimo secolo nel cuore dell’Europa, nella verde e silenziosa svizzera, due coniugi americani, i signori Dorothy e George Eustis, istituirono un allevamento di cani pastore sul Mont Pelerin che ordinariamente venivano destinati a essere impiegati presso l’esercito, la polizia e le dogane di diversi stati europei.
Fu quando nel 1927 George Eustis durante un viaggio in Germania si trovò a passare per Potsdam, dove conobbe l’intensa attività della scuola di addestramento di cani guida per persone non vedenti, che di lì a poco quell’allevamento sui monti, ribattezzato da quell’anno ”l’oeil qui voi!” (l’occhio che vede ), divenne la fucina di molti cani guida pastore per non vedenti assegnati in quegli anni in svizzera e all’estero; è proprio dai recinti di quell’allevamento che proviene il più noto “primo” cane guida abbinato a una persona non vedente, Buddy e il suo padrone americano Morris Frank, nell’anno 1928.
I coniugi Eustis lasciarono la svizzera nel 1934 e il loro allevamento chiuse; si trasferirono in America dove, come vedremo continuarono a lungo la loro attività di addestratori di cani guida per non vedenti.
Soltanto nei successivi anni ’50 riprese in Svizzera l’allevamento dei cani guida: fu grazie alla cinologa Anna Auer di Zurigo che molti degli abitanti svizzeri che necessitavano di un cane guida ripresero in quegli anni a essere soddisfatti: il lavoro della Auer infatti si svolse principalmente in proprio, nel senso che allevò personalmente tutti i cani guida che successivamente consegnò a coloro che ne facevano richiesta; altri cani guida, che in ogni caso non bastarono a coprire l’intera richiesta maturata in quegli anni e che proprio grazie alla neo-nata attività della Auer cominciava in quel periodo a crescere sempre di più, provenivano invece dalla scuola tedesca di Oftersheim con la quale la Auer collaborava e nella quale lei stessa si era formata come addestratrice.
Grazie allo strenuo lavoro della Auer e di pochi appassionati collaboratori, nonché ammirevoli finanziatori svizzeri e non, si arrivò all’anno 1972, anno di nascita della fondazione scuola Svizzera per cani guida per ciechi, fondazione ancora operante, recentemente rinnovata e operativa per la popolazione svizzera ma anche per quella dei paesi limitrofi.

Come abbiamo accennato in precedenza, le basi dell’addestramento di cani guida per persone non vedenti americane vanno ricercate in svizzera a opera dei coniugi Eustis: già pochi giorni dopo la visita a Potsdam da parte degli Eustis in America, sulla rivista Saturday Evening post, comparse l’articolo dal significativo titolo “the seeing eye”, l’occhio che vede, in cui gli stessi Eustis riportavano le proprie impressioni sull’attività svolta con i cani a Potsdam; è proprio in seguito alla venuta a conoscenza dell’articolo in questione che il succitato sig. Morris Frank, allora ventenne, cieco dall’età di sedici anni in seguito a una rissa a scuola e figlio di una signora che aveva perso l’uso di un occhio per un’emorragia durante la nascita di Frank e l’altro in un incidente durante una passeggiata a cavallo, decise di prendere la strada per la svizzera e di procurarsi il suo cane guida, il “primo”, in realtà solo il più pubblicizzato dalla stampa americana e poi da quella internazionale, cane guida della storia.
a riguardo della coppia Buddy-Frank molti libri negli anni successivi vennero scritti, libri che contribuirono a rendere famosi sia il signor Morris che il suo cane Buddy, tanto appunto da farlo passare erroneamente alla storia come il primo cane guida fornito a una persona non vedente.
Già nel 1929 comunque i coniugi Eustis fondarono la loro prima scuola cani guida in America, gemella della loro scuola svizzera ”i’deil qui voit”, la scuola “the seeing eye” ubicata nello stato del New Jersey, in una località che presto assunse il nome di Morristown, in onore di Frank Morris.
attualmente la scuola è ancora operativa e insieme alle altre diciotto ufficiali scuole cani guida americane si occupa di allevare e addestrare cani che siano a tutti gli effetti “gli occhi che vedono” per coloro che non possono vedere.

Nel regno unito i cani guida videro la loro timida diffusione iniziale solo negli anni ’30 del XX secolo quando comparvero i primi articoli dell’attività svolta dalla signora Eustis in svizzera: a questa singolare attività svolta in Europa si interessarono due signore inglesi che allevavano cani pastori tedeschi, muriel crooke e Rosamund bond; furono loro le prime a contattare l’allora istituzione per le persone non vedenti inglesi il royal national institute for the blind al quale proposero di sviluppare strutture analoghe a quelle della svizzera in cui istruire cani guida da destinare in seguito a persone non vedenti del regno.
e’ grazie all’azione congiunta di queste due donne, affiancate dall’instancabile Eustis con la quale intrattennero una stretta relazione epistolare, che nel 1934 venne fondata la “the guide dog for the blind Association” all’interno della quale cominciarono a essere istruiti sempre più cani guida per persone non vedenti inglesi. Un personaggio che merita senza dubbio di essere citato nella storia delle scuole per cani guida per persone non vedenti è l’ex-capitano della reale guardia russa che, in cerca di nuovo lavoro, venne istruito personalmente dalla Eustis nel suo allevamento svizzero e restò la colonna portante dell’addestramento dei cani guida nell’intera Inghilterra per l’intera sua vita, fino al 1962. L’associazione gdba tutt’oggi svolge la sua intensa attività per l’indipendenza e la sempre maggiore autonomia delle persone non vedenti inglesi.

Anche in Francia giunge in tempi brevi l’eco dell’operato della Eustis e delle molteplici iniziative promosse negli altri stati europei e d’oltreoceano in tema di cani guida ma soltanto nel 1951 si manifesta il primo tentativo di addestramento di cani guida per persone non vedenti da parte di un allevatore di pastori tedeschi di soliti destinati all’uso in polizia e dogane, Paul Corteville, nel nord est del paese a wasqueal; l’anno dopo viene fornito il primo cane guida e in pochi anni nasce il primo club francese di cani guida per ciechi.
Nel 1967 nasce un altro centro di addestramento di cani guida nel sud del Paese a qualche chilometro dal confine con l’Italia vicino Cannes.
Nel 1972 nasce la prima Federazione di scuole cani guida francese la Federation Nationale des Clubs et Ecoles des Chiens Guides d’Aveugles (FNCECGA) e nello stesso anno si svolge a Cannes il primo congresso internazionale di cani guida.
Nel 1973 la prima scuola francese ottiene il Riconoscimento di Utilità Pubblica da parte dello Stato.
Nel trentennio successivo vengono fondate diverse scuole cani guida in varie settori della Francia che nel 2002 si riuniscono insieme nella Federation Francaise des Associations de Chiens guide d’aveugles (FFAC), il nuovo nome della Federazione fondata nel 1972, che è attualmente ancora operativa e coordina tutte le numerose scuole cani guida per persone non vedenti presenti nel territorio francese.

Scuole cani guida in Italia

Scuola nazionale cani guida di Scandicci (FI)

Anche in Italia la prima scuola cani guida da affiancare a persone non vedenti per lo sviluppo della loro autonomia personale e indipendenza venne istituita nel 1929, sull’onda del successo in campo internazionale dell’attività della Eustis prima in svizzera e poi in America, per volere dell’allora unica istituzione, peraltro parastatale, di tutela e rappresentanza di persone non vedenti, l’Unione Italiana dei Ciechi, e questa scuola nei trent’anni successivi restò l’unica Scuola Nazionale di Cani Guida per Ciechi operante in Italia.
Non è stato possibile reperire dati relativi al numero delle forniture di cani guida effettuate in quegli anni da parte della Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi.
Dal 10 Aprile 1979, come da Decreto del Presidente della Repubblica 616/1977, la Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi è gestita dalla Regione Toscana che con Deliberazione della Giunta Regionale n0250 deII’ 01/03/2000 ha regolamentato i criteri e le modalità per l’attribuzione in maniera completamente gratuita per le persone non vedenti di cani guida ai richiedenti toscani ma anche di altre regioni d’Italia: è l’unica struttura italiana per addestramento e fornitura di cani guida che venga sovvenzionata completamente dall’Amministrazione Pubblica, in questo caso dalla Regione Toscana.
La scuola fornisce una cinquantina di cani guida all’anno a soggetti non vedenti residenti in tutto il territorio italiano.

Servizio cani guida Lions di Limbiate (MI)

Nel 1959 a Milano venne istituito il Servizio Cani Guida dei Lions per opera e impegno di Maurizio Galimberti, ingegnere aereonautico rimasto cieco in un incidente aereo in guerra nel 1948, che dopo essersi procurato un cane guida per sé in Germania si appassionò molto per la maggiore autonomia che era riuscito a conseguire grazie alla propria guida a quattro zampe e volle fortemente che questo beneficio potesse essere allargato a quante più persone non vedenti possibili. Dopo essere divenuto completamente cieco divenne socio dei Lions di Milano e grazie al sostegno di molti amici disponibili ad aiutarlo in pochi anni riuscì non solo a dare vita al Servizio Cani Guida quanto poi nel 1963 ad assumere il primo maestro per il centro, l’addestratore Walter Hantke, già esperto del settore che aveva maturato la sua esperienza nell’allevamento di Oftersheim ed era stato maestro della svizzera Anna Auer, e in più nel 1964 venne concesso al Servizio uno spazio di 5.000 mq nel territorio del Gallaratese affinchè vi fosse costruito un allevamento e un Centro di addestramento per cani guida; già l’anno successivo vennero forniti dal Servizio i primi tre cani guida per persone non vedenti.
Una ventina di anni dopo, con il progressivo ampliarsi dei confini della città di Milano il Comune concesse al Servizio un terreno di 25.000 mq nel vicino comune di Limbiate ed è lì che coloro che si sono susseguiti nell’amministrazione e gestione del Servizio Cani Guida dei Lions hanno continuato fino ad oggi a svolgere la loro attività.
Nel 1986 il Servizio ottiene il Riconoscimento di Ente Morale da parte del Presidente della Repubblica e nel 1991 festeggia per l’assegnazione del 1.000° cane guida.
Anche il Servizio Cani Guida Lions di Limbiate fornisce cani guida in forma completamente gratuita per gli utenti non vedenti italiani che ne facciano richiesta e garantisce questo servizio di gratuità grazie al costante sostegno dei Lions nonché di altri Enti Privati che hanno “sposato la causa” durante i lunghi anni di attività del Servizio.
Nel 1999 i cani forniti dall’inizio dell’attività erano almeno 1.400; negli anni successivi si è assistiti a un incremento annuale che ha raggiunto il massimo nell’anno 2006 con la fornitura in un solo anno di ben 50 cani guida.

Altre scuole

A partire circa dall’anno 2000 si è assistito in Italia allo sviluppo di piccole realtà locali in cui si sono costituiti centri di addestramento e fornitura di cani guida: questi centri, come si evince dalle loro basi “statutarie”, si occupano principalmente di coprire la fornitura di cani guida nei territori circostanti alle loro ubicazioni.
Nascono sotto l’influenza della considerazione che le due principali scuole per cani guida per persone non vedenti non riescono a coprire l’intera richiesta italiana dei cani guida e che diventa quindi necessario implementarne il numero in qualche modo.
Ecco che allevamenti di cani o centri veterinari molto sviluppati intraprendono anche l’attività di addestramento di cani guida per non vedenti, oppure specifiche Leggi Regionali ne istituiscono altri, oppure ancora nascono per iniziativa diretta di persone non vedenti.
Ma andiamo con ordine.
Con la Legge della Regione Sicilia del 30/04/2001 n04 viene istituito a Messina il Centro Regionale Helen Keller dell’Unione Italiana Ciechi il cui scopo è quello di inserirsi nella “rete” socio-sanitaria-assistenziale del territorio siciliano per implementare l’autonomia delle persone non vedenti che facciano richiesta di un cane guida; da quella data il Centro si occupa di fornire cani guida (per inciso non è stato possibile reperire dati relativi al numero dei cani finora forniti) a chi ne faccia richiesta e nello stesso tempo vengono previsti presso lo stesso Centro svariate attività di Orientamento e Mobilità e di Autonomia Personale.
La Legge Regionale prevede la gratuità dell’assegnazione dei cani guida ed il Consiglio di Amministrazione del Centro Helen Keller ha deciso che i servizi collegati all’assegnazione verranno erogati senza oneri per gli utenti.
Nel Nord-Est della nostra penisola, a Selvazzano Dentro, in provincia di Padova, è nata nell’anno 2004 la Scuola Triveneta Cani Guida con lo specifico intento di coprire “territorialmente” le richieste delle persone non vedenti residenti nell’ampio raggio di pertinenza; a detta dei fondatori i vantaggi di questa iniziativa sono duplici: da una parte fornire cani guida a persone residenti nel circondario relativo appunto al “Nord-Est” permette il mantenimento del fondamentale e “obbligatorio” rapporto cane/non vedente/struttura più continuativo sul piano temporale e meno dispendioso sul piano economico per gli utenti, mentre dall’altra contribuisce alla riduzione delle richieste che gravano sulle due grandi scuole cani guida italiane e quindi alla distribuzione nazionale della fornitura dei cani guida.
Inizialmente la struttura si è avvalsa del sostegno dell’Unione Italiana Ciechi di Padova, del contributo del Rotary Club di Padova e di quello dell’Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Padova e oggi continua a mantenere una congiunta attività di investimento pubblico/privato/no-profit per poter mantenere in essere la propria attività e rispondere nella maniera meno invasiva sul piano economico alle tante richieste di cani guida rimaste ancora in attesa.
La scuola Triveneta non ha un allevamento in proprio, bensì seleziona cani dagli allevamenti già esistenti nel territorio, in una sorta di circolo virtuoso, di “rete”, volto a massimizzare le risorse disponibili e ridurre i costi non necessari.
Nel territorio laziale poi esistono due strutture che si occupano in maniera piuttosto originale di fornire cani guida per persone non vedenti.
La prima è l’Accademia Internazionale per lo Studio della Comunicazione con il Cane, il cui fondamento operativo consiste nel ricercare la piena armonia tra cane e essere umano, in particolare se affetto da qualche forma di disabilità: “cani da assistenza” è un’iniziativa e una prassi consolidata in altre parti d’Europa di addestramento di cani guida per persone non vedenti ma anche di cani che svolgono compiti di fondamentale importanza per persone affette da diverse forme di disabilità, come aprire le porte, accendere le luci, raccogliere oggetti caduti o indicati, persino chiamare aiuto.
Per ora questa struttura fornisce· cani da assistenza principalmente nel territorio limitrofo alla città di Roma (Sede in Bracciano) seppur sia nelle intenzioni dei promotori dell’Accademia di vedersi riconosciuti. .
L’altra struttura è l’Accademia Cani Guida Mario Salzano, con sede a Trigoria nei pressi della Capitale, che dall’anno 2004 distribuisce cani guida a persone non vedenti.
Anche questo piccolo centro ha adottato le sue originali strategie per sopravvivere: in questo caso si tratta di un particolarissimo modo di allevare cani guida, vale a dire cioè che i cani crescono fin da cuccioli nelle abitazioni delle persone non vedenti che gravitano nell’Accademia: l’idea della Presidente Bellanova è che in questo modo i cuccioli imparano fin da subito a convivere con le problematiche delle persone non vedenti e saranno ben pronti per l’addestramento dopo la fase detta della socializzazione; la Presidente aggiunge inoltre che non tutti i cuccioli diventeranno crescendo idonei per lo svolgimento della guida per persone non vedenti e che quindi alcuni di loro resteranno per tutta la durata della loro vita al fianco delle persone non vedenti che li hanno cresciuti, con estremi vantaggi su tutti i piani della vita, anche a prescindere dall’acquisita capacità di guida.

La legislazione

Sul piano europeo e internazionale, nonostante fin dall’anno 1984 sia stato costituito su ferma decisione dell’attuale presidente nazionale dell’ANPVI ONLUS Roberto Kervin l’European Blind Union (ebu) e che dal 1989 sia inoltre in essere la più grande organizzazione federata di scuole cani guida del mondo, l’ International Federation guide dog school”, non sono state ancora emanate normative universalmente riconosciute che regolamentino l’argomento relativo ai cani guida e ai loro padroni.
In ogni caso alcune leggi internazionali di matrice più recente possono essere chiamate in causa per la rivendicazione dei cosiddetti diritti fondamentali degli esseri umani: prima tra tutti, ovviamente, la dichiarazione universale dei diritti umani, al cui interno troviamo l’obbligo da parte degli stati di provvedere a fornire a tutti i cittadini dello stato stesso identiche ed eque possibilità di vita, sviluppo e crescita.
Sul piano delle particolari, e sempre specifiche da caso a caso, difficoltà che incontrano le persone affette da disabilità di varia natura, l’altro documento legislativo in ordine di importanza rispetto alla tutela e alla promozione di un’eguaglianza sociale vera e veritiera è senza ombra di dubbio la convenzione delle nazioni unite sui diritti delle persone con disabilità, stipulata in firma per l’Italia dall’uscente ministro ferrero ma non ancora ratificata a livello nazionale poiché il disegno di legge presentato dal precedente governo (atti della camera n. 3436) ha perso efficacia a causa del termine anticipato della xv legislatura; a livello regionale per ora la stessa convenzione è stata ratificata per ora dalla sola regione veneto nonostante iniziative in questo senso sono state intraprese in molte regioni ma ancora non hanno raggiunto la loro conclusione.
In ogni caso in europa come afferma la commissione delle petizioni del parlamento europeo in risposta alla richiesta di udienza presentata da una cittadina spagnola sulla presunta discriminazione protratta da una compagnia aerea nei confronti di viaggiatori non vedenti e dei loro cani guida, “attualmente non esiste alcuna legislazione comunitaria in materia di trasporto delle persone a mobilità ridotta, ivi inclusi i non vedenti; tuttavia, la commissione attribuisce la massima importanza alle azioni tendenti ad impedire ogni forma di discriminazione contro questi individui”.
Tanto è vero che la stessa commissione ha finalizzato il 16 febbraio 2005 una proposta di regolamento del parlamento europeo e del consiglio in base alla quale viene previsto l’obbligo per le compagnie aeree di trasportare i cani guida delle persone non vedenti nella cabina dell’aeromobile; dopo questa iniziativa il 26 luglio 2008 il cane in carlinga diventa obbligo per tutti i paesi europei, con somma soddisfazione delle persone non vedenti che utilizzano l’aereo come mezzo di trasporto, saltuario o meno; il vice presidente della commissione europea ai trasporti, l’italiano antonio tajani, ha promesso che entro le prime settimane del gennaio dell’anno 2009 la commissione sotto la sua direzione elaborerà nuove proposte per garantire la piena libertà di movimento per i cittadini con ridotta mobilità e produrrà inoltre testi analoghi a quello sul trasporto aereo anche sugli altri settori di trasporto.
Fatto salvo che ogni paese “occidentale” ha provveduto in proprio a legiferare a livello nazionale in tema di cani guida e che in questa sede non sembra opportuno riportare tutte le leggi emanate in tema dai singoli stati, per quanto concerne l’Italia due sono le leggi a livello nazionale che trattano nello specifico l’argomento: la legge 14 febbraio 1974 n. 37 che dà pieno diritto alla persona non vedente di accedere nei luoghi pubblici nonché nei mezzi di trasporto con il proprio cane guida senza dover incorrere in limitazioni o spese aggiuntive; la seconda legge in tema è la n. 60 del 8 febbraio 2006 che regolamenta le sanzioni pecuniarie a carico degli esercenti di pubbliche attività nonché i conducenti dei mezzi di trasporto nel caso rifiutassero il libero accesso di cui alla legge precedente, nonché sulla possibilità da parte della persona non vedente di condurre il proprio cane senza la museruola che va comunque applicata se prevista o richiesta sui mezzi di trasporto. questo dovrebbe far riflettere sulla considerazione che tutt’ora si ha in Italia rispetto al tema dei cani guida per persone non vedenti, fatte salve tutte le esperienze di chi da anni lavora nel settore.
Come evidenziato nella sezione precedente, in italia non esiste un riconoscimento pubblico dei vantaggi dell’utilizzo di un cane guida per persone non vedenti; il sistema sanitario nazionale infatti non prevede alcuna agevolazione in tal senso (è forte la richiesta da parte di molte associazioni di persone non vedenti, prima tra tutti proprio l’ANPVI ONLUS che ha presentato un disegno di legge proprio a questo scopo, e anche da parte di altre associazioni di disabili, di inserire anche il cane guida/cane da assistenza nel nomenclatore tariffario che sta per essere riedito aggiornato alle più moderne acquisizione della ricerca scientifica e sociale) e l’unica struttura pubblica ufficialmente implicata nella gestione e fornitura di cani guida a persone non vedenti è la regione toscana.
Una importante agevolazione che in ogni caso l’Italia prevede riguarda la detrazione ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche spettante a fronte delle spese sostenute per l’acquisto dei cani guida per ciechi; naturalmente questo tipo di vantaggio spetta soltanto alla popolazione non vedente che effettivamente effettua la dichiarazione dei redditi.

L’addestramento

In questa sezione esaminiamo come si diventa, essendo un cucciolo di cane nato da poco, un futuro cane guida per persone affette da disabilità visiva.
Le strategie di allevamento e di addestramento sono andate negli anni via via modificandosi, passando dal bastone usato sul primo volpino cane guida da parte del giovane non vedente viennese reisinger nel 1800, alle tecniche attuali che sicuramente si dimostrano più morbide e bonarie.
L’addestramento degli animali, in particolare dei cani, viene raggiunto oggi solo attraverso l’utilizzo del cosiddetto rinforzo positivo: la tecnica del rinforzo nell’addestramento dei cani ha le sue radici nel concetto fisiologico dell’ apprendimento, studiato da pavlov agli inizi del secolo proprio sui cani. alcuni stimoli associati ad altri provocano nel cane una sorta di attesa rispetto a quello che accadrà: per fare un esempio, se dopo aver prodotto il suono di un campanello si dà un biscotto al cane, dopo una serie di ripetizioni, il cane al solo sentire il suono del campanello comincerà a sbavare in attesa del suo biscotto; è sulla scia di questi condizionamenti che il cane impara a comportarsi in un modo piuttosto che in un altro.
Nel tempo si sono usate soprattutto punizioni (rinforzi negativi come bastonate o simili) per evitare che il cane compiesse azioni non volute, mentre negli anni più recenti si è preso a utilizzare principalmente premi, soprattutto di tipo alimentare (rinforzi positivi come biscottini o simili), per incentivare i comportamenti attesi e funzionali all’addestramento per questo o quell’altro tipo di accompagnamento o assistenza da parte del cane.
È  esperienza risaputa che i cuccioli hanno già dall’età di due mesi e più la stessa capacità mentale di apprendimento che hanno poi all’età di un anno o due; resta comunque non praticabile addestrare un cucciolo fin da subito allo specifico compito dell’accompagnamento a persone non vedenti.
Questo comporta che in media tutte le scuole scorporano i periodi di addestramento in diverse fasi: la prima fase va dal periodo successivo allo svezzamento all’età di circa un anno e in questa fase i cuccioli vengono avviati alla socializzazione, all’apprendimento di stimoli e compiti semplici e al maturare quanta più esperienza nei vari ambiti “tipo” della futura vita quotidiana che condurrà con la persona non vedente a cui verrà assegnato (passeggiate all’aperto, rumori di varia tipologia, accompagnamento nel traffico cittadino, viaggi sui mezzi di trasporto o sulle auto, incontri con altri cani e altri nuclei familiari, e simili); la seconda fase di addestramento è quella specifica per la tipologia di accompagnamento a cui verrà destinato il cane: questo periodo di addestramento per un cane guida dura all’incirca 5 mesi (mentre un tipo di addestramento per cane da assistenza a persone con diverse disabilità arriva fino a otto mesi); l’ultima fase dell’addestramento, che consiste in un periodo variabile da scuola a scuola che va da un minimo di una settimana a un massimo di un mese, è quella in cui si cerca di accomodare al massimo l’abbinamento, la sintonia e la compatibilità tra quello specifico cane e la persona non vedente assegnataria; dopo quest’ultimo periodo di prova tra la persone non vedente e il cane la coppia, il binomio, il duo (i vari modi con cui si appella la diade cane guida/non vedente) sono pronti per la loro vita insieme, a patto che i rapporti con la struttura che ha fornito il cane rimangano continuativi nel tempo per aggiornare costantemente la situazione, saperne gli sviluppi, avere informazioni e assistenza sullo stato di salute del cane e così via.
Quindi in totale sono necessari al minimo 18 mesi (un anno e mezzo) per la formazione completa di un cane guida e l’avviamento definitivo della coppia cane guida/non vedente; il costo del mantenimento di un cane per tutto questo periodo di tempo è considerevolmente elevato (c’è chi parla anche di complessivi € 20.000 per cane) senza contare le spese per la socializzazione che di solito comportano la necessità di personale aggiuntivo che accompagni il cane fuori dal canile in cui è stato allevato per fare quanta più esperienza del mondo esterno; per questo alcune scuole hanno ovviato a queste spese aggiuntive attraverso un’iniziativa di “affidamento” dei cuccioli dallo svezzamento all’età di un anno: fautori principali di questa iniziativa sono in Italia i dirigenti e operatori dell’associazione puppy walker che per conto di alcune scuole cani guida si occupano di selezionare e formare le famiglie affidatarie di questi cuccioli nel periodo suindicato.
Alle famiglie affidatarie viene garantito in maniera del tutto gratuita il mangime, l’assistenza veterinaria, la consulenza su tutti gli aspetti necessari alla cura e mantenimento dei cuccioli per l’intero periodo di affidamento; il compito fondamentale che viene affidato a queste famiglie è principalmente quello di far vivere al cucciolo quante più esperienze di vita possibili, dentro e fuori casa, con altri cani e animali e altre persone, tenendo in mente sempre che alcuni compiti devono essere necessariamente raggiunti durante l’anno di affidamento: si tratta di insegnare al cane a mangiare alla stessa ora e nella stessa ciotola (senza ricevere mai extra da tavola), l’abitudine a essere accompagnati fuori casa per i bisogni, il non abbaiare, l’avere un comportamento corretto per strada, in auto e sui mezzi di trasporto; il fatto che questo anno di socializzazione venga svolto da altre persone rispetto a quelle che il cucciolo ha incontrato alla sua nascita permette infine che lo stesso si abitui quanto più alla presenza di persone diverse intorno a lui, non ultimo in ordine di importanza è il clima affettivo che si incontra in queste famiglie e al quale è bene che il futuro cane guida si abitui nell’idea di condividere con il suo padrone non vedente una vera e propria famiglia.

Quali cani?

Partendo dal presupposto che ogni cane può essere adatto all’addestramento per diventare un futuro cane guida per persone non vedenti (teniamo sempre a mente che il primo cane auto addestrato da una persone non vedente è stato un volpino), alcune considerazioni di base su questo argomento sono divenute universalmente riconosciute; vediamone alcune.
Innanzitutto è bene preferire cani di taglia non troppo grossa né troppo piccola per ovvie motivazioni di agevolazione nella mobilità; inoltre è bene selezionare i cuccioli di razze di solito più mansuete e socievoli rispetto ad altre e su questo c’è uniformità nel ritenere che le razze migliori in questo senso sono principalmente il Labrador Retriever, il Golden Retriever e il pastore tedesco (che fu quello maggiormente utilizzato dalla Eustis nei primi anni di sviluppo dell’addestramento dei cani guida per persone non vedenti). anche nell’ambito di queste razze non tutti i cuccioli nati sono potenzialmente adatti a questo tipo di addestramento: vengono pertanto selezionati quelli che rispetto ai propri simili dimostrano un’attenzione maggiore verso l’essere umano (per esempio il cucciolo che invece di restare insieme al resto della cucciolata nel momento in cui si avvicina un essere umano predilige avvicinarsi a quest’ultimo), nonché quelli che presentino le caratteristiche fisiche e di salute adeguate al servizio che dovranno effettuare.

Alcune curiosità

La limitatezza principale che purtroppo presentano tutti i cani guida per persone non vedenti è la scarsa durata della loro vita media (come quella di ogni altro cane) rispetto alla durata della vita media di un essere umano; questo fatto comporta che molto spesso la stessa persona non vedente avrà durante l’arco della vita più di un cane guida col quale convivrà: gli aspetti controproducenti di questa situazione riguardano naturalmente gli aspetti emotivi della persona non vedente che incorrerà in un forte lutto per la perdita del cane che per molti anni è stato la sua personale guida; non sempre la persona non vedente accetta di vedersi fornito un altro cane dopo la morte del primo.
forme di “lutto” di questa tipologia intervengono, anche se di portata più contenuta, nell’ambito delle famiglie affidatarie le quali in ogni caso vengono sempre informate che il cane è solo temporaneamente affidato alle loro cure per poi divenire un futuro cane guida.
altre difficoltà si incontrano nel momento in cui il cane comincia a invecchiare e a maturare molto spesso alcune patologie tipiche dell’età (come spesso accade anche la cataratta senile con chiare difficoltà nell’adempimento del servizio!); in questi casi è previsto che le strutture che hanno fornito il cane si dimostrano sempre disponibili a riaccogliere il cane nella struttura e accompagnarlo alla sua dipartita. qualche anno fa ha suscitato un certo clamore la situazione in cui si è venuto a trovare un labrador di 11 anni che per dieci aveva svolto il compito di accompagnare una persone non vedente che è diventato cieco: a questo cane è stato ritirato il “patentino” e sarebbe dovuto uscire quanto prima dalla casa del suo padrone per permettere a quest’ultimo di intraprendere l’affiancamento con la sua nuova futura guida; greg non aveva dove andare ed è per questo che la lega anti-vivisezione (la v) ha intrapreso un’iniziativa volta a favorire l’affido di questo anziano animale, attraverso il significativo slogan “un cane guida non si dismette, non è una vecchia auto!”.
un cane guida di per sé è un punto di riferimento per la persona non vedente; parimenti anche la persona non vedente diventa un punto di riferimento per il suo cane guida: aldilà dell’ovvietà del fenomeno, risulta utile in questa sede sottolineare come questo aspetto di interdipendenza continuo e continuativo tra cane guida e persona non vedente comporta un accrescimento del senso di responsabilità anche nella persona non vedente che si sentirà importante per il suo cane come altri non sono; inoltre il cane guida spesso è l’unica compagnia che persone non vedenti che vivono sole molto spesso hanno; questi fattori comportano un miglioramento delle capacità affettive e dell’umore nelle persone non vedenti.
i cani di solito vengono assegnati esclusivamente a persone maggiorenni; è prassi che si consolida sempre di più comunque che nei casi di persone che vivono in nuclei familiari che avallano l’idea del cane guida e se ne assumono la responsabilità questo possa essere assegnato anche a ragazzi e ragazze anche di 14 anni di età.
ultima curiosità, non certo in ordine di importanza, principalmente le cagne femmine vengono ritenute adatte a svolgere questo tipo di accompagnamento in quanto meno distraibili rispetto ai maschi dagli istinti sessuali e sicuramente più premurose e accudenti degli esemplari maschi.

Una cultura del cane guida

L’Italia con le sue numerose strutture per cani guida per persone non vedenti che abbiamo conosciuto nella presente disamina, secondo alcuni avrebbe dovuto con facilità risolvere il problema delle tante domande di cani guida per non vedenti ancora non evase, eppure non è così.
questo fatto a nostro avviso dipende principalmente da una serie di fattori di tipo culturale in ampio senso.
come è stato accennato altrove, l’italia sul piano dell’autonomia e della mobilità per persone non vedenti non può essere considerata all’avanguardia e nemmeno al passo coi tempi: il ritardo col quale gli ammodernamenti delle città si adeguano alle necessità di coloro che ci vivono, persone affette da disabilità di varia natura incluse, è segno di mancanza di considerazione del fenomeno e di scarso adattamento alle direttive europee e internazionali. anche sul piano dell’utilizzo delle altre tipologie di ausili per la mobilità, come il bastone bianco, o i camminamenti tattili o ancora i semafori sonori, in Italia tutto questo non è presente come all’estero, soprattutto come è presente nel resto del nord europa.
alcuni esempi di questa mancanza di considerazione a livello culturale (da parte delle istituzioni, così come da parte della popolazione, così ancora come da parte dei servizi di varia natura) ci vengono da fatti di cronaca che non arrivano quasi mai alla prima pagina come il caso della signora non vedente che quest’anno non è stata lasciata salire sulla torre di Pisa col proprio cane, o la persona non vedente che qualche tempo fa è stato lasciato fuori da un ristorante perché il proprio cane guida non poteva entrare, o ancora la giovane calabra che non è stata lasciata entrare con il proprio cane guida in ospedale per delle riabilitazioni o, per dirla tutta, anche il nuovissimo e costosissimo neonato ponte di venezia dell’architetto calatrava che a fine costruzione ci si è accorti essere completamente inaccessibile da parte di qualsiasi persona affetta da qualsiasi tipo di disabilità: non accessibile per non vedenti, non accessibile per carrozzati, non accessibile punto.
ma non si tratta solo di questo naturalmente: se dalle scuole cani guida viene richiesto alla persona che abbia inoltrato domanda per ottenere un cane guida che abbia svolto un almeno un corso di autonomia e mobilità, c’è da dire a riguardo che in alcune parti d’Italia non c’è nemmeno questa possibilità dato che non ci sono nelle vicinanze centri simili e, se ci sono, sono accessibili solo da coloro che possono permettersi di pagarli.
in alcuni paesi europei quando nei locali pubblici compaia l’insegna all’ingresso “io non posso entrare” accompagnata del disegno o la foto di un cane, vicino compare sempre anche la foto o il disegno di un cane guida per persone non vedenti e una scritta che riporta la dicitura “a meno che non sono io!”; anche queste accortezze servono per “fare la cultura” nelle persone prima, nelle istituzioni poi e infine nella società in più ampio senso.
un ulteriore indice della mancanza di una cultura specifica del cane guida per persone non vedenti, sia nelle istituzioni che dovrebbero sostenerne la produzione e la fornitura in maniera più consistente ma anche pubblicizzarne l’utilizzo, l’utilità che può avere o le storie di chi ne ha avuto uno, sia anche da parte delle associazioni di categoria che dovrebbero sostenere e intraprendere queste attività, va riscontrata nel disinteresse in cui si sono venute a trovare tutte le iniziative che riguardavano i cani guida a partire dall’anno 2004: è in questo anno per esempio che era stato costituito da parte di alcune associazioni un comitato nazionale permanente sullo studio e la promozione del cane guida per persone non vedenti: è da quell’anno che non se hanno notizia e il sito di riferimento chiede di essere aggiornato proprio da quella data; inoltre l’unione italiana dei ciechi e degli Ipovedenti aveva nello stesso anno intrapreso una campagna/indagine sui cani guida a livello nazionale ed europeo: anche di questa indagine, il cui testo-intervista risulta peraltro molto completo e valido, non se ne ha a tutt’oggi alcuna notizia; quasi a dire che l’interesse per “dire” di intraprendere iniziative è forse maggiore di quello dimostrato nel portarle effettivamente a termine.
l’Italia risulta indietro rispetto ad altri stati europei anche su un altro aspetto strettamente legato ai cani guida e al concetto di potenzia mento della qualità della vita delle persone, specie se affette da diverse invalidità, vale a dire il fenomeno della “pet therapy”: con questa dicitura non ci si riferisce esclusivamente all’acquisto di un cucciolo per agevolare determinate situazioni di sofferenza emotiva, quanto piuttosto all’impiego degli animali, principalmente i cani, nell’agevolazione di situazioni specifiche in cui si trovano alcune persone; sono interventi di tipo educativo e/o ricreativo che, finalizzati al miglioramento della qualità della vita, possono essere erogati in vari ambienti da professionisti opportunamente formati, para-professionisti e/o volontari, insieme con animali che rispondono a precisi requisiti oppure si tratta di una attività terapeutica vera e propria (cioè con precise caratteristiche) finalizzata a migliorare le condizioni di salute di un cui si vengono a trovare alcune persone; è una terapia di supporto che integra, rafforza e coadiuva le terapie normalmente effettuate per le specifiche difficoltà in cui versano questi individui.
Come abbiamo visto nell’allevamento di bracciano si addestrano cani da assistenza per persone con varie disabilità e dalle testimonianze riportate si evince che su tutti gli aspetti della vita l’affiancamento di questi cani a soggetti disabili ha comportato dei significativi miglioramenti.
anche nei casi in cui non si tratti né di un cane guida, né di un cane da assistenza, il cane da mera compagnia fornisce quegli specifici ingredienti alla vita di una persona, in particolar modo una persona disabile, che riguardano sia l’essere utili per qualcuno, che la compagnia naturalmente, che infine il senso di riempimento di giornate che spesso trascorrono, quanto meno quelle dei soggetti che si trovano nelle condizioni più gravi, piatte e monotone.
è nostra idea che sviluppare la considerazione dei vantaggi e utilità di tenersi vicino un animale qualsiasi ma in particolare un cane per superare determinate difficoltà dovute dalla condizione di disabilità in cui ci si trova, permetterebbe una maggiore considerazione degli stessi sotto l’aspetto riabilitativo e tecnico, soprattutto di quei cani che precedentemente siano stati formati negli specifici compiti di accompagnamento per persone non vedenti o di assistenza a persone disabili di varia altra natura.
un innovazione tangibile dell’aspetto culturale del fenomeno cani guida, ma anche solo cani da mera compagnia, è individuabile in un blog sul web molto particolare; il blog in questione è “blindsight6.blogspot.com” al cui interno si trovano molte informazioni aggiornate alle date attuali relative ai cani guida, ai cani in generale, ai problemi delle persone non vedenti, alle battaglie per il raggiungimento di una maggiore autonomia e indipendenza, alle moderne attività informatiche e su Internet e la loro accessibilità per persone non vedenti; il blog inoltre rimanda a un’associazione di tutela e rappresentanza dei diritti delle persone disabili “blindsight” che letteralmente sta per “visione cieca”.